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Lucretia pt. 2




Parte 2



La prima volta che la leggendaria maga Angele de la Croix è apparsa a Lucretia fu poco prima della morte di sua nonna materna.

Aveva circa 13 anni, si ricorda bene il periodo, soprattutto perché aveva avuto il suo primo ciclo mestruale. Erano giorni in cui il suo umore era parecchio altalenante, sia per il dolore fisico sia per il fatto che la salute di nonna Carlotta peggiorava rapidamente.

Lucretia non aveva mai visto i suoi genitori così tristi, era capitato che i nonni stessero male ma si trattava sempre di cose che duravano al massimo un paio di giorni.

In questo caso la nonna non riconosceva più nessuno, indossava pannolini, aveva una badante in casa tutto il tempo e ogni tre giorni il medico di famiglia era a casa loro per qualche motivo.

Questo stress inaspettato e l’arrivo del menarca stavano variando profondamente la visione del mondo da parte della piccola Lucretia. Sentiva paura mista a un senso di mortalità che non aveva mai percepito prima.

Fu durante una notte insonne che Lucretia sentì per la prima volta la presenza di Angele.

Un intenso aroma di ribes nero, di pera e di edera aveva invaso la stanza. La bambina teneva gli occhi chiusi, era convinta di star immaginando tutto. Una voce femminile, un sussurro, le aveva comunicato di star tranquilla che lei era qui per darle forza.

La bambina non era riuscita a resistere alla curiosità e aveva aperto gli occhi alla ricerca di questa calmante presenza.

Angele decise di mostrarsi: di fronte al letto della ragazzina si materializzò dapprima il capo coperto dal cappuccio avorio e poi tutto il resto del corpo.

Lucretia si strofinò gli occhi.

«Sei reale?»

«Sì piccola.»

Senza ulteriori indugi e senza una particolare ragione a Lucrezia venne naturale chiedere se la nonna sarebbe morta di lì a poco.

«Purtroppo sì, piccola Lucretia. Ma non temere, se le persone vengono ricordate non spariscono mai dal nostro mondo.»

La bambina iniziò a piangere.

«Sai perché sono qui? Perché hai un certo potenziale piccola Lucretia.»

Questo non tranquillizzò la bambina che continuò nel suo silenzioso pianto.

«Ci sono alcune persone che non si sono dimenticate di me, mi pensano ogni giorno. Questo mi ha dato la possibilità di venire da te.»

Lucretia tirò su con il naso.

«Potrà funzionare anche con la nonna?»

«Sì, piccola.»

Tanto bastò alla bambina per guadagnare coraggio e affrontare i giorni successivi.

La nonna morì una settimana dopo durante la notte, a casa sua. Il medico disse che non aveva sofferto, aveva spirato durante il sonno.

La seconda volta che Angele apparve a Lucretia fu per un brutto incidente domestico ai danni di Mario, il suo zio preferito (sistemando il nastro delle tapparelle elettriche era scivolato dalla scala cadendo di schiena e picchiando la testa sul termosifone posto sotto di lui; l’aggravante fu che la valvola esterna del calorifero si era infilata direttamente nel sedere, un incidente tanto grottesco quanto doloroso).

Per diversi giorni rimase in coma in una situazione critica, poi, per chissà quale tipo di miracolo, lo zio iniziò piano piano a recuperare le forze.

L’unica cosa che permise a Lucretia di superare quel periodo furono le chiacchierate notturne con Angele.



Finito il McOreo Lucretia accompagna a casa l’amica. Durante la merenda Alessia aveva raccontato altri spiacevoli comportamenti assunti da Ivo nell’ultimo periodo. La giovane strega è ora combattuta tra l’ira per aver scoperto quel lato oscuro di Ivo e il fascino di sapere che lui ora è di nuovo libero. Non gli importa se si tratta dell’ex della sua migliore amica.

A parti invertite lei avrebbe avuto il coraggio di portarglielo via durante la relazione (Alessia era purtroppo l’amica migliore che aveva trovato al liceo, le altre ragazze la snobbavano oppure erano peggiori di Alessia e, pur di non restare sola, si era fatta andare bene la cosa).

Nel viaggio di ritorno la playlist seleziona in modo casuale un pezzo dei Tears For Fears, Head Over Heels (Dave Bascombe 7" N.Mix).

L’armonia di quel pezzo la convince in modo incosciente di andare da Ivo.

In modo impulsivo scrive al ragazzo ”Ciao Ivo, sono Lucretia, l’amica di Alessia. Sto venendo da te, devo parlarti.”

Nel giro di pochi minuti il ragazzo risponde che non è a casa, è uscito per fare due passi. Le invia la posizione di dove si trova in quel momento, a pochi minuti da lei.

La ragazza ingrana la prima della sua 500 nera e raggiunge quello che ormai si può ritenere l’ex ragazzo della sua amica.





«Ciao Lucretia.» il ragazzo si presenta porgendole la mano.

La ragazza risponde con un’energica stretta di mano.

«Non ho mai osato chiedere, ma… come si pronuncia il tuo nome?»

Alla ragazza scappa una piccola risata, cosa che la fa uscire in modo stupido e maldestro dal ruolo con cui si è presentata all’occasione.

«LucreTIA, come se pizzicassi la lettera s.» dice in modo serio, tentando di recuperare.

«Capisco. Beh, Lucretia, hai parlato con Ale? Immagino ti abbia raccontato di quanto Ivo sia tremendo, geloso e infame. O sbaglio?»

«Dai comportamenti che hai assunto negli ultimi mesi, non dovresti esserne sorpreso.»

«Ti ha raccontato anche di come si è bombata Giorgio lo scorso anno? O di come si è limonata Alessandra un paio di mesi fa?»

Lucretia ha un piccolo sussulto.

«Infatti, come credevo, non ti ha raccontato di quanto tremenda, traditrice e infame sia lei.»

Gli occhi del ragazzo diventano lucidi.

«Sei venuta qui per farmi una ramanzina e ora ti rendi conto che forse la prima a cui avresti dovuto farla era la cara Alessia.» il ragazzo conclude con una nervosa risata.

Si gira, si allontana e inizia a camminare nervosamente.

«Lo sapevo che non dovevo immischiarmi in queste faccende del cazzo.» dice a bassissima voce Lucretia.

«Come scusa?» Ivo aveva sentito bisbigliare qualcosa alla ragazza.

«Nulla, stavo riflettendo.» lo sguardo del ragazzo incrocia il suo e gli attimi di piacere che aveva vissuto la scorsa notte grazie proprio a quegli occhi si fanno avanti.

«Alessia mi ha raccontato di quante volte ti sei sacrificata per lei, ti ritiene forse la migliore amica che abbia mai avuto.»

«Beh, questo mi fa piacere.»

«Al contrario suo, sono certo che tu non avresti problemi a essere fedele verso chi ami.» gli occhi di Ivo adesso sono fissi su quelli di Lucretia.

«Rispetto le persone, ecco tutto.»

Ivo si riavvicina alla ragazza, il suo fresco profumo, con un aroma che ricorda il pino silvestre, inonda i recettori dell’olfatto della giovane strega.

È un profumo inebriante.

«Ti conosco da anni ma solo ora sto iniziando a capire quanto tu sia una persona splendida.»

Lucretia arrossisce, dentro di se però è combattuta tra il voler esplodere vomitandogli tutto addosso (soprattutto il fatto che lui abbia iniziato davvero a vederla solo quando Alessia si è tolta dai giochi) e la pulsione di baciarlo con passione.

Il ragazzo alza la mano verso la sua direzione, le accarezza la spallina dell’elegante t-shirt di pizzo, poi prosegue come un direttore d’orchestra a ondeggiare la mano sui suoi capelli.

Poi sulla sua guancia.

Il battito cardiaco di Lucretia prende a salire, proprio come l’altra sera. Ma adesso con qualcosa in più. Lei resta immobile, fissa il terreno.

«Hai fatto un bel casino Ivo, ti rendi conto che Alessia ha rischi…»

Il ragazzo si china leggermente e le appoggia le labbra sulle sue.

I loro respiri si uniscono.

Lucretia appoggia una mano sul petto del ragazzo nel debole tentativo di allontanarsi, ma percepire sotto il suo palmo quei muscoli che aveva desiderato per tanto tempo la paralizza.

Così si lascia andare e si gode quel piccolo momento di immortalità.





I mesi successivi sono alquanto strani per i tre ragazzi: Alessia rompe con Ivo, Lucretia fa credere ad Alessia di aver litigato per bene con lui ma in realtà i due hanno preso a frequentarsi di nascosto. Settembre passa nel segno della passione adolescenziale, che è unica e irripetibile.

Ottobre si apre con l’annuncio di una festa di Halloween a casa di Mauro, uno dei ragazzi più popolari del liceo e praticamente sono invitati tutti quanti.

Così le settimane successive sono dedicate ai preparativi dei costumi, delle scorte di droga e alcol. Lucretia vorrebbe presentarsi alla festa fianco a fianco ad Ivo, ma lui vuole evitare casini quella sera, “Alessia è abbastanza pazza da rovinare la festa a tutti.”

Così la ragazza si arrende all’idea.


«Però, che cazzo.» pronuncia ad alta voce Lucretia, cercando i collant di pizzo che che riportano la fantasia della tela di un ragno.

La giovane strega non ha scelto un particolare costume, ha mischiato un po’ di elementi dei personaggi di American Horror Story e tanto le basta.

Il ritrovo a casa di Mauro è dalle 23:30 in poi.

Nell’attesa Lucretia piazza su un pessimo horror di Netflix, guarda l’inizio poi decide di mettersi già i vestiti e iniziare a truccarsi.

Accende una piccola candela nera con uno strano profumo floreale, poi recupera la piccola cassa della JBL e fa partire Iron Lung degli Black Marble.

Mentre si trucca allo specchio ondeggia seguendo il ritmo della canzone.

Certe sonorità la portano dritto dritto a quella che lei definisce la sua “bara di emozioni”. Che, al contrario di quanto possa sembrare, si tratta di una zona di comfort, un luogo zen in cui ritira la propria anima in momenti come questi.

Le 23:30 arrivano più in fretta del previsto e prima che sia pronta per uscire di casa si fa mezzanotte.

Casa di Mauro dista a una decina di minuti a piedi da casa sua, l’aria fresca si adagia sul suo volto truccato, nei marciapiedi ci sono ancora alcuni gruppi di ragazzi vestiti che sgranocchiano caramelle e fumano erba. Si percepisce una strana energia, felice, leggiadra e al sapore di una morte felice.

Dalla sacca che ha deciso di utilizzare come borsa questa sera tira fuori una piccola bottiglia di vodka. L’etichetta riporta il nome di una pessima vodka polacca (che lei ha immediatamente gettato nel lavandino per riempirla con dell’ottima Beluga presa dalla scorta di suo padre).

Fa un sorso, poi un altro. Un sorriso rilassato le appare sul volto.

«Questa sarà una notte indimenticabile.»



Una produzione:


Parte 3 in uscita il 30 ottobre 2021!

🎃


Testi di Igor Gribaldo

(@gribyslab)

Illustrazioni di Slendyenne

(@a.ei.pathy/Verena Baroni Niemen)

✍️

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