Parte 1
Lucretia chiude lo sportello della macchina e saluta la mamma con un cenno della mano. Si dirige verso l’ingresso e partecipa anche lei alla tipica passerella di fronte agli studenti. È al quarto anno del Liceo Scientifico, adora la sua scuola ma detesta i suoi compagni di classe.
L’anno scolastico è ripreso da poco, i profumi dell’autunno la immergono ormai completamente nell’immaginario di Halloween. Non esiste nessun’altro periodo come questo. La ragazza si sente sempre di buon umore e tutte le faccende negative le scivolano addosso, come se fosse onnipotente.
Fin da piccola ha avuto una predisposizione per la chimica e la botanica. Il giorno in cui ha capito di essere una strega è stato quando, all’età di circa 10 anni, provando un incantesimo che aveva trovato cercando su Google (utilizzando di nascosto il tablet di papà) era riuscita a procurare un innocuo incidente al suo compagno di classe Luca (uno dei tipici bambini a cui piaceva scherzare sorpassando spesso i limiti).
Da quella volta aveva iniziato a prendere sempre più seriamente questa pratica, arrivando ad affinare parecchio la sua conoscenza e le sue capacità.
La giornata di oggi inizia con due ore di matematica, una delle materie che Lucretia preferisce.
Spesso vorrebbe spingersi a fare domande, a chiedere curiosità, ma preferisce mantenere le apparenze dando l’impressione solamente di essere una che si impegna a scuola per non avere problemi con i genitori (che poi in parte è vero).
Gran parte del suo armadio è composto da vestiti vintage, neri, un po’ rovinati ma sempre ben accostati l’uno con l’altro.
Oggi indossa una lunga gonna nera (il tessuto superiore della gonna ha svariati fori fatti da Lucretia con una taglierina), una camicia di pizzo e delle Dr. Martens nere che le fanno guadagnare qualche centimetro in altezza.
Le due ore di matematica passano in fretta, si passa a informatica per poi dieci minuti di intervallo, durante il quale Lucretia esce in cortile per raccogliere del basilico dalla piccola serra per le lezioni di biologia. È l’ultimo ingrediente che le manca per il rituale portafortuna che vuole fare questa sera.
Il resto del tempo procede in tranquillità, scherza con la sua migliore amica Alessia, ammira Ivo, il ragazzo di Alessia, mentre bacia la sua amica (Lucretia ha sempre avuto un debole per lui anche se ormai sono anni che nasconde questo sentimento sotto numerosi strati di bugie e invenzioni per evitare inutili sofferenze).
Alle 13:10 sua madre, puntuale, si fa trovare nel parcheggio davanti al liceo. Di fianco alla sua auto la ragazza riesce a distinguere la figura opaca di quella che lei ritiene la sua guida spirituale e maestra di vita: la leggendaria strega Angele de la Croix.
I capelli raccolti in un elegante cappuccio color avorio, una lunga vestaglia nera scura come gli abissi ricopre il suo corpo. Mostra sempre un malsano ghigno, ma è tutta apparenza, perché nelle notti in cui Angele è apparsa in sogno a Lucretia si è sempre mostrata apprensiva come una madre e consigliera come una fedele amica.
La strega alza una mano in segno di saluto, Lucretia ricambia con un gentile cenno del capo.
Per salire in auto la ragazza attraversa la visione del corpo della strega e ogni organo dentro di lei ne trova giovamento, un piccolo orgasmo di piacere le attraversa il corpo facendole fare un rapido sussulto.
«Ciao mamma.»
Sbatte lo sportello.
«Ciao Luc, tutto bene? È stata una buona giornata a scuola?»
«Splendida!» si limita a dire Lucretia, scrutando nello specchietto retrovisore la visione di Angele svanire.
La routine successiva prosegue come sempre, la mamma una volta rientrata in casa fa le solite domande e lei compie le solite azioni mentre pranza.
Viaggia con il pilota automatico.
Ma tutto ciò non l’annoia.
Questa invariabile routine le porta calma, è come se il mondo le stesse dicendo “concentrati sulle tue cose, il resto sta andando tutto alla perfezione”.
Il periodo delle medie, ad esempio, è stato costellato dalla morte di tutti e quattro i nonni.
La routine di quegli anni è stata variata fin troppo spesso.
Dopo pranzo si mette a cazzeggiare con il cellulare, è conscia di spendere troppo tempo su TikTok e Instagram, ma non può farne a meno. Poco prima di bloccare lo schermo dello smartphone per occuparsi di altro si ritrova sulla bacheca una foto di Ivo in costume da bagno.
“Vorrei tornare qui 😢” recita la didascalia.
A Lucretia non sfugge nessun dettaglio del petto del ragazzo, i bicipiti scolpiti e contratti, le minuscole gocce d’acqua del mare che risaltano su alcune parti del suo corpo abbronzato.
Il battito cardiaco della giovane donna aumenta per qualche secondo.
«Basta, basta. Che finisco per impazzire di questo passo.»
Poggia il cellulare sul comodino e recupera lo zaino. Per le tre ore successive non fa altro che aggiustare appunti e studiare (ascoltando una playlist metal creata da lei con il nome di posion in my vein) .
Una volta finito, poco prima di cena, riunisce tutti gli ingredienti per il rituale porta fortuna: una candela bianca, tre foglie di basilico, un bastoncino di vaniglia, mezzo cucchiaino di cannella e un pezzo di occhio di tigre (una varietà del quarzo).
Alla finestra che dà sul balcone Lucretia percepisce la presenza di Angele, non è possibile vedere la sua figura, ma la ragazza sa che è lì.
Una parte di sé sta però iniziando a preoccuparsi, le uniche altre due volte in cui la strega si è impegnata ad apparire così spesso era stato poco prima di alcune sventure.
Per cena la mamma ha cucinato solamente cibi vegetariani, il piatto che lei e papà hanno preferito sono state le polpette di ceci da immergere nella salsa di soia.
Tornata in camera ha ripreso il cellulare per simulare rapidamente il tempo.
Le serve l’oscurità e la luce della Luna per fare un rituale completo.
Durante il suo nuovo pellegrinaggio sui social alla ragazza ricapita sotto gli occhi la foto di Ivo. Questa volta il desiderio che cresce in lei è più dirompente. Probabilmente in parte è dovuto alla carica energica che ha percepito quando ha attraversato il corpo di Angele.
Decide in poco tempo. Corre a chiudere a chiave la porta, si corica a letto e, variando i programmi, determina che a simulare il tempo provvederanno i piaceri del proprio corpo.
Mezza appisolata (e parecchio appagata) Lucretia si riveste indossando il suo cappotto nero di cotone “Death Ray”. Accende una piccola candela azzurra griffata con una stella a cinque punte e si sposta nel balcone fuori dalla sua camera, portandosi dietro tutti gli oggetti per il rito.
Il rituale consiste in azioni molto semplici, mischiare gli ingredienti sotto la luce del nostro satellite e pronunciare una serie di incantesimi.
Che sia fortuna o solamente una novità nella mia vita non importa, mi va bene tutto purché sia positiva.
Durante tutto l’innocuo rito Lucretia percepisce costantemente la presenza di de la Croix, ormai deve scendere a patti con l’idea che qualche disgrazia sarà comunque inevitabile.
Così, una volta concluso il rito, ritira con timore ogni oggetto al loro posto e si prepara per andare a letto.
Il giorno seguente a scuola non si parla d’altro: Alessia ha fatto un grave incidente in auto.
Si vocifera che questo incidente sia avvenuto dopo un litigio con il suo ragazzo.
Lucretia vorrebbe informarsi chiedendo in giro, ma gran parte delle ragazze in queste situazioni sanno essere veramente stronze e dà per scontato che verrebbero fuori solamente una miriade di cazzate.
A fine giornata scolastica Lucretia riesce finalmente a contattare Alessia.
Le dice che è tutto ok, le hanno messo il collare ortopedico, la schiena è il punto in cui sente più dolore ma può camminare senza problemi, per fortuna.
“Posso venire in ospedale a trovarti?”
“Ma che ospedale, sono già a casa, passa quando vuoi”.
Lucretia raggiunge l’amica, la saluta con un bacio sulla guancia.
«Sono contenta di vederti Ale, a scuola se ne sentono di ogni.»
«Ma che si fottano tutti. La scuola, i gossippari e anche quel coglione di Ivo.»
«Per cui è vera la storia del litigio?»
«Ivo è un grandissimo rompipalle, mi ha fatto esasperare con la sua gelosia. Continua a dire che non mi devo azzardare ad andare via a Natale.»
«Cos’è che dovresti fare scusa?»
«Mio cugino ha affittato questo chalet in montagna e mi ha invitato. Ma non ha invitato Ivo. Sai perché?»
Lucretia non sa cosa rispondere.
«Perché sono due grandissime teste di cazzo, ecco perché.»
La giovane strega si limita a fare un cenno con la testa. Dentro di sé un insano senso di vittoria si fa avanti.
Alessia raggiunge la finestra e scruta il cortile di casa sua come se si aspettasse di vedere qualcuno.
«Così ho detto chiaro e tondo che in quello chalet ci voglio andare, sono tre anni che passiamo tristi Natali con la sua famiglia. Che per carità sono adorabili, ma Dio bono organizzano pomeriggi da ospizio. In più sono tutti astemi.»
Lo sguardo delle due ragazze si incrocia.
«Direi che ti meriti quella vacanza, se non passate il Natale assieme per una volta non è tutta questa tragedia.»
«Ecco, dillo a Ivo, Luc. È convinto che alla festa ci siano poi nuovi ragazzi arrapati che mi saltino addosso.»
«Dio, questa è una storia vecchia come il mondo.»
«E non esiste soluzione.» pronunciando la frase quasi senza fiato, sul punto di piangere.
«Ma un nostro McOreo dici che ti potrebbe tirare un po’ su?» interviene Lucretia, tentando di sdrammatizzare la situazione.
Alessia ruota il volto verso l’amica e resta un attimo in silenzio.
«Puoi giurarci, troietta.» conclude, asciugandosi un paio di lacrime e mostrando un piccolo sorriso.
Una produzione:
La parte 2 uscirà il 24 ottobre 2021 e la parte 3 il 30 ottobre 2021!
🎃
Testi di Igor Gribaldo
(@gribyslab)
Illustrazioni di Slendyenne
(@a.ei.pathy/Verena Baroni Niemen)
✍️
Comments