Parte 3
Raggiunta casa di Mauro, Lucretia entra sotto gli sguardi indifferenti dei ragazzi, tutti la conoscono ma nessuno così da tanto da avere interesse nell’accoglierla.
A Lucretia ormai questa cosa non fa più effetto.
A fornire segnali positivi ci pensa però la musica; ha tempo di aprire la porta d’ingresso che un altro pezzo dei Black Marble ha inizio.
Felice si dirige immediatamente in cucina e si riempie con della birra un bicchiere da party di cartone rosso (Mauro è sempre stato in fissa con gli Stati Uniti, lo si nota soprattutto da questi piccoli dettagli).
Danzando leggermente ritorna in sala, ci sono già tante persone ma ne sono attese molte di più. Sperando di non fare troppo casino.
Ivo dovrebbe arrivare per l’1, Lucretia non vede l’ora.
Dopo aver dato un'occhiata alla collezione di DVD (lei crede che quei film appartengano a suo padre, perché le viene difficile pensare che Mauro si sia mai interessato al neorealismo italiano) si siede sul sofà già macchiato da ogni tipo di alcolico.
Finisce di sorseggiare la sua birra poi recupera la Beluga e ne butta giù altri due sorsi.
La realtà attorno si fa più lenta, i suoni sono un po’ ovattati e le persone lasciano delle scie in seguito ai movimenti.
Altro momento zen.
Lo squillo del suo cellulare la riporta in fretta alla realtà, crede immediatamente che si tratti di sua madre. Lo cerca nella borsa, riesce a toccare ogni tipo di oggetto ma non il cellulare. Quando finalmente lo trova finisce di squillare.
Controlla chi la stava chiamando.
Ivo.
Per fortuna.
O forse no.
Lo richiama, il ragazzo le risponde in modo agitato. Si trova sul ponte che porta fuori città, sta discutendo con Alessia. La sua amica ha scoperto la loro relazione ed è incazzata nera.
Questa volta Lucretia non si farà mettere i piedi in testa.
Ivo e Alessia si erano incontrati nel tragitto per raggiungere la festa, un amico del ragazzo le aveva chiesto in modo ironico (molto probabilmente per colpa della notevole quantità di alcol già ingurgitata) dove fosse la dolce metà Lucretia.
Alessia aveva unito i puntini e aveva preso a sbraitare. Così Ivo le aveva suggerito di andare a parlarne distanti dalla festa, magari passeggiando per scaricare le energie nervose.
È questo che Lucretia scopre poco prima di uscire dalla casa di Mauro.
Raggiunge i due correndo, impiegandoci quasi un quarto d’ora.
«Eccola, la stronza!» la accoglie Alessia.
«Buonasera anche a te, Alessia.» controbatte in modo ironico Lucretia.
«Ma che cazzo ti è passato in testa di metterti con il mio ex? Soprattutto dopo ciò che ti avevo raccontato.»
«Già, peccato che mi hai raccontato solo metà della storia. E dei tuoi tradimenti che mi dici?»
Ivo alza le braccia per poi allargare le mani come Khaby Lame nei suoi video di Tik Tok.
«Immagino sia questo stronzo che ti ha raccontato 'ste cazzate!» sbraita Alessia.
«Non solo lui, ho verificato, non preoccuparti. E non mi sembra il caso di alterarsi così tanto, rischi di farti venire un infarto.»
«È da un’ora che glielo dico!»
Alessia spinge via Ivo e si presenta in modo minaccioso di fronte a Lucretia. I tre si avvicinano pericolosamente al precipizio posto all’inizio del ponte, il quale è protetto solo da un basso guardrail.
«Tu brutta stronza, proprio tu, mi sarei aspettata un comportamento simile da chiunque ma non certo da te!»
La ragazza inizia ad avvicinare il proprio volto a quello della giovane strega che piano piano indietreggia. Ivo cerca di dividerle.
«Ho passato tutto il tempo del liceo a essere la tua ombra, a limitare i miei progetti per dare modo ai tuoi di esplodere. Ma questa volta basta, questa volta tocca a me vincere!»
Quando Lucretia pronuncia la parola “vincere” nota una scintilla d’ira accendersi negli occhi di Alessia.
«Io giuro che ti ammazzo brutta puttana!»
Alessia prende a spintonare in modo violento Lucretia, Ivo cerca di nuovo di mettersi in mezzo. Visti da distante è come se i tre stessero facendo una buffa coreografia.
Poi Alessia molla un sonoro schiaffo sul volto di Ivo, spinge via Lucretia, indietreggia di un paio di passi come a prendere una rincorsa e si mette a correre a tutta velocità verso la direzione della sua ex migliore amica.
Lucretia tenta di spostarsi ma inciampa malamente in uno dei lacci delle sue Dr. Martens, probabilmente slegatosi durante la lotta.
L’equilibrio precario e la rapidità di azione di Alessia colgono alla sprovvista Lucretia che viene investita a piena forza.
Il suo corpo cozza contro il guardrail e poi si ribalta precipitando giù dal ponte.
Ivo tenta di acchiappare la ragazza in modo goffo quando ormai è già troppo tardi.
Alessia resta pietrificata a fissare ciò che ha appena fatto.
Il corpo di Lucretia colpisce di testa una delle rocce appuntite poste a un paio di metri dal guardrail, poi il corpo si ribalta sulla destra con un’innaturale ruota e prosegue in una breve serie di scontri contro i massi, proprio come la carena di un’automobile gettata da un precipizio.
«Cazzo, cazzo, cazzo, che cosa hai fatto Alessia!» questa volta a sbraitare è Ivo. La cui voce esce mozzata, a stento.
La ragazza ha le mani tra i capelli, sta continuando a fissare il corpo dell’amica precipitata a diverse decine di metri sotto di lei.
«Come ne usciamo Iv?»
«Cazzo, fottiti, come ne esci TU!»
La ragazza prende a singhiozzare, dopodiché una voce squarcia il silenzio del luogo.
Si tratta di una voce femminile.
I due si spaventano a morte, credevano di essere soli.
«Come avete osato gaglioffi ragazzini!»
«Chi sta parlando? Fatti vedere!» urla Ivo.
«Oh, no ragazzi, non siete degni di tale visione. Ciò che meritate è una morte simile a quella che avete riserbato alla piccola Lucretia.»
Dall’altra parte del ponte strani suoni vengono percepiti dai ragazzi. Sono certi che qualcuno si stia nascondendo nella parte non illuminata dai lampioni.
Ora i suoni si ripetono anche nella strada da cui sono venuti.
«Chi è?» urlano quasi all’unisono i ragazzi.
La voce di un bambino si eleva al di sopra dei rumori.
Giro giro tondo
Casca il mondo
Casca Lucretia
Tutti giù per terra
Alessia e Ivo si avvicinano, il ragazzo prende la mano della ragazza nella sua.
Dall’ombra appare un bambino, sui 5 anni, zoppica, è lui che sta cantando. Ripete la filastrocca in modo ossessivo e perfettamente uguale.
Poi i due scrutano meglio il volto.
È il volto di un bambolotto, la bocca si muove a scatti come quella di un pupazzo.
Al suo seguito ora i ragazzi vedono un ragno grande quanto un’automobile, una scolopendra infinita e altre orribili creature.
Alessia si stringe a Ivo, le terrorizzanti visioni arrivano da entrambe le parti del ponte.
I giovani iniziano a emettere dei gemiti, dei pianti, respirano a fatica.
Ruotano su se stessi e fissano il precipizio a pochi passi dalla loro posizione.
«Avanti sporchi villani, un piccolo sforzo per una pace eterna.»
Si danno un breve scambio di sguardi, il terrore si è ormai impossessato dei loro corpi.
«Non ho mai smesso di amarti Ale.»
«Neanche io piccolo istrice.»
I due poggiano i piedi sul guardrail e senza più voltarsi indietro si gettano nel vuoto.
I loro corpi si dividono in centinaia di pezzi, producendo una pioggia di sangue.
Più di ¾ di queste parti non vennero mai ritrovate. Venne data la colpa al piccolo fiume che scorreva sotto il ponte e agli animali selvatici.
Ma tutti gli abitanti della piccola cittadina, in fondo al cuore, sapevano che qualcosa di innaturale aveva indotto i due amanti a gettarsi.
Per la morte della piccola Lucretia individuarono, come motivazione del gesto, un estremo dolore dovuto all’amore non ricambiato da parte di un ragazzo della scuola.
Forse proprio dello stesso Ivo.
Ma le inquietanti apparizioni sul ponte della giovane strega, avvenute di fronte a numerosi passanti negli anni a seguire, raccontano un’altra versione.
Provare per credere.
Una produzione:
Cari Lettori Corvidi, Il sottoscritto e Slendyenne vi ringraziano dal più profondo del loro oscuro cuore 🖤
Scrivere e illustrare questi racconti richiede tempo, pazienza, molti confronti e revisioni.
Non sempre questo impegno per la gloria garantisce un prodotto finale di qualità. Ma nel corso di questi mesi, l'aver ricevuto pareri (sia positivi che negativi) ci ha fatto comprendere che se qualcuno sceglie volontariamente di usare prezioso tempo della propria vita per dare retta alle storie blaterate da questo vecchio ventiseienne e illustrate da quella folle ventiduenne, significa che qualcosa di saporito in queste pietanze deve pur esserci.
E allora un grazie ancora più amorevole ai lettori che hanno seguito anche le vicende pubblicate nel corso dell'estate. I vostri continui feedback, il vostro impegno nel dirci cosa funziona e cosa non funziona sono un potente carburante per continuare a lavorare più duramente a questi progetti creativi.
I quali, per il momento, non ci portano alcuni tipo di guadagno se non il vostro sostegno (che magari non ci dà modo di comprare un McFlurry ma vi assicuriamo che ha la stessa dolcezza 🎃🖤).
Buon Halloween, Corvidi.
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