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ℙ𝕣𝕠𝕗𝕦𝕞𝕚


La Rose de fer (1973) dir. Jean Rollin


Giacomo


RACCONTO DI PROFUMI


Ogni cosa giaceva nel suo ordine.

Ogni volta l’incanto della tua modesta valle.

Gli erti tornanti, il ponte,

la voglia di cadere in quella semplice immagine

ancora una volta: la tua sagoma genuina

in cima, in attesa sulla soglia.

Dalla porta il calore della casa

e intorno gli odori delle stagioni.


Ogni cosa minuta governava un preciso spazio:

gli orti, i cassetti, le arti.

Una terra di solidi e legni nobili

fermava i flussi di un intero cosmo

oltre il fiume e i colli giovani,

promesse di novità e purezza fertile.


Era il sacro mito del raggiungerti

in quella borgata gonfia di boschi,

di case sparse dai colori dolci.


L’amato miasma del mare delle rane

mi coglieva prima del termine della pianura,

poi il mondo cambiava ancora.


Ora che non devi più varcare il fiume

forse non rivedrai così spesso

quella china verde fuori dal paese

che avresti voluto discendere correndo,

godendo della vita.


Inalerai ancora la frescura

di quello scarso bosco artificiale,

di notte azzurro nel buio,

lungo la scarpata della tua casa.


Ritornerai al profumo del basilico,

che prediligevi e ti identificava.


Resterà il fetore dell’illecito,

fragranza di dolore,

e i fumi delle caldarroste,

calore della stagione più cara.


Resterà l’aroma di pace delle tue stanze:

ogni casa presenta la sua a chi è nuovo ospite;

la tua, rifugio di grazia e nitore.


Resterà il lindore di un bianco talamo,

tra i suoi veli gelati custode previdente.


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Samuel


IL PROFUMO DI BRUSSON


Sono sempre più convinto di una cosa, la vita di ognuno di noi si districa nei modi più originali e differenti. Scelte e abitudini creano un’opera d’arte che ognuno di noi definisce vita.


In questo bellissimo quadro, ci saranno sempre dei luoghi che per noi diventeranno sede di magia e nostalgia. Un luogo sicuro a cui legare le nostre memorie più infantili e genuine. Li potremo quasi definire come “seconde case. Qualcosa del genere per me avviene con il profumo di montagna. Un profumo intenso di pino o un profumo acre di terra, mi riporta sempre in mente le vacanze passate in camper a Brusson.


Un profumo soave di natura, arricchito da funghi e sottobosco. Il salato del formaggio e il dolce del miele. La plastica del camper e la leggerezza dell’aria di montagna. Contrasti e ricordi, tra le memorie più belle della mia vita.


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Igor


IMPERMEABILE


Ho l’impressione che tutto caschi in questo abisso di insensatezza.

Un abisso oscuro, quasi come se non appartenesse a questa realtà e che quindi si potesse prendere il lusso di essere asettico, incolore e inodore.


Troviamo modo di dare un senso a questo abisso solo perché ci muniamo di un impermeabile, che odora di estere e acido tereftalico, e ci gettiamo a capofitto nell'oscurità assieme ai nostri doveri e ai nostri piaceri.


Ad alcuni poi capita che questo impermeabile si inspessisca troppo. Che al posto di isolare dall’abisso finisca per isolare dalle cose quotidiane.


È il dress code della depressione.


Così si diventa impermeabili alle delusioni, ai rimproveri, al dolore… all’amore.


Sono convinto che tutti, più o meno, sperimentiamo questa cosa.

Perché se sei qui a leggere questo guazzabuglio di certo stai indossando anche tu un impermeabile.


Ho l’impressione che la società stia trasformando le emozioni in liquidi contenuti dentro a dei barattoli.

Liquidi che scivolano sul proprio impermeabile.

Per cui possiamo farle durare pochissimo. Tutto può essere sperimentato senza preoccupazioni, perché tanto tutto ci scivola addosso.


Eppure sono anche convinto che dentro questi barattoli ci sia una sostanza che si è solidificata, che fa da tappo a un’altra sostanza che sta al di sotto: saranno le emozioni vere? Sarà la fragranza che dà sapore alla vita?


Secondo voi che cos’è? Che odore ha?

Odore di neonato? Odore del grido d’aiuto di un prato d’erba appena tagliato? Di feromoni?

O magari l’odore del tabacco che fumava sempre papà.

Oppure quel profumo che avevamo sentito una sola volta a sette anni.

Odore di cannella. Il profumo del petricore[1]. L'odore di croissant. L'eau de parfum preferito dal nostro amato.

Cosa ti riporta alla vita?


Qual è l’odore che il tuo impermeabile non è ancora riuscito a fermare?


______________ [1] Particolare sensazione olfattiva che si percepisce al battere della pioggia sulla terra da tempo asciutta.


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Carola


IL PROFUMO DI UNA RONDINE


C'è un ordine di percezione agli stimoli del mondo. E io ti accolgo seguendolo.

Vedo due barchette dall'alto: galleggiano distanti su un viso aperto, amichevole. Profilate di nero pece mi traghettano verso litorali arabeggianti.

Ascolto il timbro sanguineo del tamburo che hai in gola. Di pelle la lingua, di pelle le corde, battono sulle dita dell'aria per farmi complimenti.

Stringo quel fianco sottile e nervoso, caldo come un filoncino appena uscito dal forno. Sei sostanzioso, esile scricciolo di fasci frementi.

Assaporo la delicatezza degli attimi che mi concedi: un elisir ultraterreno che mi lascerà sotto incantesimo per giorni e giorni.

E poi ciao, ti saluto sostituendomi al cuore su cui poggi le mani. Rimarranno le note d'Oriente, i battiti ritmati, farina e acqua appena sfornati e stati d'incanto incontrollati.

Ma ecco che tu torni con l'ultimo regalo.

Arriva tenue, sottopelle.

Dolciastro e tenero soffio di latte e vaniglia.

È inaspettato e mi accompagna alla stazione. Non è sdolcinato, non annoia.

Una punta acidula freme tra i frammenti delicati del tuo miele. Stuzzica i nervi, pungola la mente.

Disvela la tua essenza più pura: un magnete dormiente.

L'ordine si confonderà, ma l'ultima percezione resterà. Inafferrabile e sospesa, sarà una rondine fedele.

E così ti ricorderò trasvolando sui binari e poi su, verso i rami, le nuvole, l’avventura.


Respiro il tuo spirito libero, che sarà sempre l'eterno ritorno a casa.




𝐷𝜇𝜌𝑙𝜀𝜘 𝜌𝜎𝜀𝜏𝜄𝑐𝛼

5 novembre 2022 - 17 novembre 2022

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