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Dieci anni di Love Story

Aggiornamento: 8 mag


Illustrazione generata con l'aiuto di un'intelligenza artificiale (ChatGPT – OpenAI)
Illustrazione generata con l'aiuto di un'intelligenza artificiale (ChatGPT – OpenAI)

La Confessione che segue è un riassunto non troppo romanzato della storia di come un album di un rapper americano mi abbia regalato un periodo di solenne felicità e spensieratezza.

A vostra discrezione cliccare sulla foto qua sopra per aprire l'album su Spotify da ascoltare durante la lettura.




Love Story è un album del rapper americano Yelawolf.

Uscito il 21 aprile 2015 è quello che ritengo l'album della mia vita (così come segnalato nella pagina del sito Le mie classifiche).


Yelawolf l'avevo scoperto nell'ottobre 2011, attraverso una rivista italiana che parlava di NBA. Un mesetto dopo era uscito il suo album Radioactive che mi aveva condotto in una seria dipendenza dal suo stile musicale.

Ma con Love Story le cose sembravano fin da subito aver assunto un aspetto più maturo, le sonorità pop erano lasciate da parte per dare spazio al country e al rap rock.


Il primo singolo rilasciato fu Box Chevy V, nel gennaio 2014.

Quella canzone mi accompagnò negli ultimi sei mesi di liceo. Tutte le mattine salivano in auto con me, mio fratello Davide e mio cugino Giacomo e le nostre orecchie venivano rotte dal rombo del motore con cui si apre quella canzone.

Davide e Giacomo odiarono quel pezzo così tanto che finirono per amarlo.

Quella fu una canzone che cambiò tutto.

Sia nella vita di Yelawolf, sia nella mia vita.

Nel videoclip del singolo Yelawolf mostrava per la prima volta una trasformazione del suo outfit, influenze tra la moda del tempo mixato a quello dei cowboy.

Venni immediatamente rapito da quel contrasto e iniziai anche io a recuperare vestiti che si rifacessero a quello stile.

Cappelli da cowboy, camicie da equitazione e stivali texani.

Ricordo una delle ultime verifiche del liceo, nel caldo del maggio 2014 indossavo un paio di Kentucky's Western neri e bassi. Stavo sudando come un maiale, sia per la difficoltà della verifica, sia perché quegli stivali tenevano un caldo d'inferno.


Il secondo singolo di Love Story che venne rilasciato fu Till It's Gone.

Il 16 settembre 2014.

Con quel singolo Yela raggiunse un successo che, purtroppo, non riuscì mai più a ripetere.

Ho tante cose a cui pensare quando sento Till It's Gone, alla mia famiglia e ai miei amici, ma forse il ricordo più chiaro è questo: era un pomeriggio di una spenta domenica di novembre, ero in una pasticceria con la mia prima ragazza. Intontito, perché un nerd di quel calibro non poteva essere altrimenti durante un appuntamento con una ragazza.

Mi prendo una pausa dalla mia performance di intrattenimento e vado in bagno. Giro l'angolo per salire le scale e la sento. Till It's Gone in una radio italiana.

Sono salito e sono andato al cesso canticchiando la canzone e dopo ho aspettato sulle scale per sentirla finire. Quando mi sono ripresentato al tavolo e mi sono seduto di fronte alla ragazza le ho detto "hai sentito la canzone che è appena finita?"

Dio sembravo sorpreso come Vern nel film Stand By Me, avevo la stessa faccia da ebete che quel personaggio assume ogni volta che spara un'uscita scontata.

La ragazza mi fece un sì annoiata.

Ma dentro di me l'orgoglio Slumerican (il lifestyle creato dal rapper) era ai massimi storici. Un momento irripetibile a cui penso spesso.


Il penultimo singolo fu Whiskey in a Bottle, pubblicato il 17 febbraio 2015, pochi giorni dopo aver compiuto vent'anni.

Quel periodo del '15 fu un periodo particolare perché avevo appena mollato filosofia all'università ed ero di fatto in un periodo di transizione, non studiavo e non lavoravo, ero quello che oggi verrebbe definito come Neet.


















Il 21 febbraio 2015 avevo poi dato una festa in mio onore in una discoteca di Strambino.

Con Whiskey in a Bottle ho solo un ricordo:

La mattina in cui uscì il singolo lo condivisi sul gruppo Whatsapp del compleanno e l'unico che gli diede un ascolto fu il mio amico Alessandro. A cui piacque.


Poi il 10 marzo fu il momento dell'inno, l'ultimo singolo che Yelawolf fece uscire prima della pubblicazione dell'album. La canzone che ancora oggi mi riempie di orgoglio, mi definisce, esprime chi sono:


AMERICAN YOU




Non c'è niente di più americano di te


Sei un sogno americano in cammino


Non c'è niente di più americano di te


Sangue rosso, bianco e blu


Un sogno americano in cammino



Fu una canzone che legò ancora di più l'amicizia tra me e Simone, un altro ragazzo della mia compagnia che stava vivendo un periodo di transizione. Cazzeggiammo parecchio in quella primavera.



L'8 marzo venni piantato dalla ragazza di Till It's Gone ma, con grandissimo culo, ne avevo già conosciuta un altra (doppiamente sculata perché, tanto per cambiare, anche lei era in un periodo di transizione in cui non c'erano troppe occupazioni a rubargli tempo). Fu una ragazza con cui condivisi una relazione per i quattro anni successivi, maturando assieme sia dal punto di vista artistico che umano.

Inevitabilmente, quando arrivò il 21 aprile 2015, Love Story divenne, come la più banale delle scelte romantiche, la descrizione della nostra storia d'amore.

Lo sottoposi al suo ascolto e dopo una diffidenza iniziale se ne innamorò.

Il maggio del 2015 fu un periodo magico per tante ragioni: la Juve che andava forte, l'inizio di questa nuova relazione, la prima volta al Salone del Libro e... Love Story di Yelawolf come colonna sonora.

Ogni singola traccia veniva cantata assieme alla nuova ragazza, le vibes di una tristezza tutta americana ai miei occhi si adattavano perfettamente agli ambienti del Canavese. In più, la possibilità di uscire assieme in giorni feriali (quando la mia vita fino ad allora mi aveva solo insegnato che stare a cazzeggiare di mercoledì mattina era tipo sinonimo di tossici perdigiorno) ci portava un senso di libertà alla Bonnie e Clyde.


Signore, che momenti spensierati.




Avrei altri ricordi per ogni canzone dell'album che però che voglio tenere per me, ciò che mi premeva era raccontare di come questo album sia arrivato ad essere al centro del mio cuore.


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Oggi, 21 aprile 2025, sono passati esattamente dieci anni.

E se è vero che il tempo è un cerchio piatto, da qualche parte nell'universo sono le 19 di un giovedì sera dell'aprile 2015 e la mia piccola cassa della Bose sta suonando il pezzo Love Story nella sala della mia vecchia casa, una sala vuota perché avevamo quasi finito di trasferirci. L'estate è alle porte. Le amicizie con gli amici del liceo sono salde, forti, una valanga di serate e uscite cult ci attendono. C'è ancora tanto da fare. Due nonni su quattro hanno già lasciato questa terra, ma le nonne sono ancora lì. Basta chiudere un attimo gli occhi per essere in quella serata.

Dieci anni fa.


Oggi sono cambiate tante cose, ma non la mia voglia di ascoltare Love Story e di sentirmi Slumerican. Questa cosa non cambierà mai, perché nella primavera del 2015 ho aperto lo spiraglio su chi volevo essere "da grande" e oggi sono qui, ad esprimere tutto me stesso.

In Canavese.



Ho sentito dire che i diavoli migliori erano angeli caduti

Ho sentito dire che Dio può guarire, ma tu devi chiamarlo

E ho sentito dire che l’amore è la parola più bella mai scritta

Ma la mia penna la scrive solo quando ho il cuore spezzato

Lo giuro, mi manca mia madre

E il modo in cui mi abbracciava quando le cose andavano male

E mi manca la mia casa

Anche se ho case in città diverse

Ma non importa quanto sia grande la mia casa

Non si sente mai come casa

E mi manca quell'amore

Mi manca quell’amore


Yelawolf - Love Story



Martedì 21 aprile 2015, nel pomeriggio del giorno d'uscita dell'album.
Martedì 21 aprile 2015, nel pomeriggio del giorno d'uscita dell'album.

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