forgiato da GTA
- Igor Gribaldo
- 8 mag
- Tempo di lettura: 11 min
Aggiornamento: 9 mag

Gli anni che vanno dal 1999 al 2006 sono quelli che ritengo i più belli in assoluto nella mia vita. E in questi anni (ma anche un po' dopo), quali ricordi devo alla Rockstar?
Loro:

Ho cinque anni, la PS1 è in cucina, è un giorno soleggiato della fine degli anni '90. Papà mi ha tenuto a casa dall'asilo con lui. Dalla piccola collezione dei giochi ne scelgo uno che presenta in copertina un taxi in movimento, non mi piace quella copertina, mi annoia. Però il gioco che c'è dentro è divertente. Usi le macchinine per girare libero in una città, investi la gente, delle teste di poliziotti con un casco si aggiungo al centro dello schermo, arriva la polizia, provi a scappare. Proprio come quando gioco con le macchinine e la mia fantasia. La differenza è che qui l'immaginazione è condivisa, ciò che vedo io lo vede anche papà. Ci giochiamo un po’ assieme, gettandoci nel mondo della fantasia mano nella mano...
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È appena iniziato il 2002, ora faccio le elementari e sta per arrivare il mio fratellino Davide. È uscito il seguito di quel gioco con la copertina noiosa, si chiama GTATRE. Questa volta la copertina mi piace di più, è ricca di dettagli, mi immagino le storie di quei personaggi. Una di loro sta sparando durante un salto, indossa un vestito che mi ricorda il cartone animato di Diabolik o di Zorro. Il protagonista del gioco indossa dei pantaloni verdi, ma nella copertina non si vede, mi dà fastidio. Quando inserisco il gioco nella nuova console, la Playstation 2, smetto di esistere in questa realtà. Nella grossa televisione vedo un logo vibrante di verde, ne vedo un’altro blu, ora viene il buio e poi sento il suono di un piano che per qualche motivo mi ricorda la serie tv del tenente Colombo. Il gioco è in caricamento, una delle parti più noiose, ho sempre paura che si blocchi o che non parta. Poi avviene la magia e un video mostra una rapina, sparano al mio personaggio e così finisce in prigione, voglio saltare questa parte per andare a girare libero ma non posso. Il mio personaggio ora è in un camioncino della polizia, viene liberato dai suoi amici con un blocco uguale a quelli che faccio con mio cugino Giacomo, con le Hot Wheels e gli oggetti della città in miniatura. Non riesco a fare ciò che il gioco richiede, così mi dà una mano papà, il personaggio si toglie i vestiti da carcerato e poi finalmente posso iniziare a girare libero. Posso controllare il personaggio in terza persona, la città è tanto grigia, ci sono tante cose che non capisco, ma a me basta rubare le macchine e andare dove voglio, perché ora che non si vede più dall'alto non ci sono altri giochi come questo.
Posso trasportare le mie storie nel videogioco, oppure iniziarle lì e continuarle nella realtà. Mamma e papà non sono contenti quando sparo con le armi “non fare queste cose, vai in giro a vedere la città e basta”, ma è troppo bello vedere le gocce di sangue che escono dai personaggi, è come i film che ogni tanto vedo in tv. Non riesco a essere preciso quando sparo, però è bello fare casino e vedere cosa succede. Cercare di scappare il più possibile dalla polizia e usare il Bazooka. Ho una sensazione quasi di timore ogni volta che ci gioco, mi piacerebbe andare nell'altra isola ma un ponte distrutto non me lo permette. Ci ho provato tante volte con papà, anche con i trucchi, ma quando ci riusciamo arrivano le stelline massime. Che pizza.
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Ora ho un fratellino e spesso immagino quanti giochi potremmo fare assieme quando sarà più grande, finalmente potrò giocare a calcio con qualcuno!
Spesso accompagno papà in edicola, lui si compra i giornali che parlano di computer e tecnologia e io di videogiochi. Ho appena imparato a leggere, le riviste che prendiamo più spesso sono PSM e PS Mania, dicono tante cose sui giochi ma ciò che preferisco è guardare le immagini dei prossimi in uscita. Oggi ci sono le prime immagini del nuovo GTA, si chiamerà viceciti.
Il personaggio indossa dei jeans e ha una maglietta azzurra con le palme, ne parlo con i miei amici delle elementari, non vedo l'ora che esca. Vice City avrà il mare, non sarà più grigio come il terzo. Mamma e papà hanno detto che lo prenderemo per Natale.
Nei mesi successivi escono altre immagini e io non sto più nella pelle a immaginarmi di girare libero con le barche e le moto. Me ne ricordo una in particolare, papà era arrivato dal turno del pomeriggio, quella mattina aveva comprato un nuovo numero di PSM e l'immagine di una motocicletta mi portava distante con la fantasia come non riusciva a fare nient'altro al mondo.

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Finalmente è arrivato Natale e posso aprire Vice City. Ho imparato la copertina a memoria, ci sono di nuovo tanti personaggi che mi fanno venire in mente spunti per giocare con le mie macchinine. Ma adesso tocca alla play, inserisco il gioco, ho di nuovo quel brivido dell'attesa. Si vedono delle cose strane durante il caricamento, dei loghi, poi inizia il video, la musica mi ricorda le serie tv degli anni '80 che si vedono al mattino quando salto scuola. Uomini d'affari, un aeroporto, elicotteri, scambi di valigette finiti male e poi finalmente abbiamo in mano il protagonista: inizio a girare libero in quel nuovo mondo, colorato ed estivo.
Innumerevoli avventure mi attendono per i prossimi due anni.
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IL KING
Maggio 2004, la terza elementare sta per finire e arriva una splendida notizia sulle riviste della Playstation, in autunno uscirà un nuovo GTA. Si chiamerà San Andreas. Passo l'intera estate a fantasticare con i miei cugini e mio fratello su quello che potremmo fare in questo nuovo gioco. Riprendiamo a giocare anche al terzo e a Vice City, ma è quasi come spegnere l'entusiasmo a giocare a quelli vecchi.
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La quarta elementare è iniziata, Lost è la serie tv di cui tutti parlano e la Juve straripa di campioni. San Andreas è sempre in fondo ai miei pensieri, questa volta lo prenderemo all'uscita perché adesso tutti ne parlano. Anche le maestre a scuola, sono preoccupate che i bambini crescano male per via di tutta quella violenza. Dagli Stati Uniti vengono lanciati messaggi allarmati su quanto questi giochi possano influenzare le menti dei più piccoli.
Arriva fine ottobre 2004 e arriva GTA: San Andreas, l'abbiamo prenotato da FantasySound a Rivarolo, assieme al gioco ci viene data anche una bandana che reca il suo logo.

E così San Andreas entra in casa.
E si mette a forgiare la mia infanzia e quella di mio fratello (e quella di metà degli amici che conoscerò negli anni a venire).
La mappa è gigantesca, si può giocare in due, andare in bicicletta, usare i trattori, ci sono innumerevoli trucchi e le atmosfere si incollano alla tua fantasia senza mollarti.
La polemica sui videogiochi raggiunge il suo apice, mamma e papà non vogliono che giochiamo troppe ore, non vogliono che spariamo e uccidiamo le persone. In tv ne parlano male, a scuola ne parlano male eppure le volte in cui io e mio fratello ci giochiamo condividiamo istanti di felicità pura, pezzi d'infanzia masticati con gusto.
Ricordo una volta (e perdonate mamma e papà) che era venuto qualche tizio a farci dei lavori in casa. Io e Davide eravamo in sala a giocare a San Andreas, ci stavamo divertendo a girare con una Sanchez rossa nelle montagne delle Whetstone e ad una certa sentiamo il tizio dire ai nostri genitori "eh, certo che questi giochi violenti, sono pericolosi per i bambini" facendo chiaro riferimento al gioco che stavamo usando nella stanza accanto.
Io e mio fratello ci scambiammo uno sguardo, era ora di insegnare quanto potesse essere violento San Andreas e quanto potesse fare male alle nostre povere menti:
1) Trucchi, Armi 1
2) Due mitragliette Uzi nelle mani di CJ
3) Alziamo il volume della TV
4) In sella alla Sanchez in multiplayer spariamo a QUALUNQUE COSA SI MUOVA
Il tizio finì il lavoro, venne in sala e ci guardò. Io e mio fratello eravamo svaccati sul sofà a goderci quello spettacolo, ma quello che il tizio vedeva erano due futuri tossici morti strafatti nell'ex Preventorio di Orio Canavese.
😘😘
San Andreas sarà uno di quei giochi che verranno consumati fino al midollo, poche volte poterò avanti la storia, molte di più saranno quelle in cui esplorerò quel mondo che diventa come una seconda casa, un rifugio dove vale tutto.
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Di GTA Liberty City Stories e Vice City Stories non conservo particolari ricordi, li ho acquistati molto tempo dopo la loro uscita e neanche su PSP (la console per cui erano stati pensati). Ci ho giocato poco anche sulla PS2, il re San Andreas era troppo più bello per metterlo da parte e giocare con loro.
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Gli anni passarono, le elementari finirono, iniziai le medie (che detestai con tutto me stesso) e il primo anno rischiai addirittura la bocciatura.
Arrivato per il rotto della cuffia al secondo anno decisi di darmi una regolata e l'annuncio di GTA IV diede una ventata di aria fresca alla mia mente. Nel marzo 2007 era arrivata la PS3 e quello sarebbe stato il primo GTA su quella console.
Decisi di prenotarlo di nuovo da FantasySound a Rivarolo, in versione Special Edition.
Passarono i mesi e attesi quel gioco in tutti i modi possibili, dalle letture sulle riviste alle immagini e trailer su internet. Feci anche degli adesivi giganteschi che fissai sulla mia cartellina per portare i disegni di Arte.
Martedì 29 aprile 2008 me lo ricordo molto bene: il gioco uscì ma la versione Special Edition non arrivò al negozio, "il corriere dovrebbe consegnarmela la prossima settimana" disse il proprietario al telefono con mio papà.
Volevo morire, non potevo aspettare una settimana in più prima di giocare al nuovo GTA. Mi sembrava di restare indietro anni luce rispetto al mondo intero. Optai per un'alternativa proposta dal negoziante: annulliamo la prenotazione della Special e ti prendi il gioco normale.
Neanche a dirlo, scelsi quella opzione e alla sera iniziai il gioco.
L'arrivo di Niko Bellic a New York è indimenticabile, i titoli di testa sono eleganti e l'entrata nel gioco è una delle mie preferite.
Dopo aver dedicato il giusto tempo a cazzeggiare, GTA IV viene ricordato da me e mio fratello come il primo GTA in cui mi impegnai seriamente a finire la storia. Adoravo la quantità di dettagli che la PS3 permetteva di avere, adoravo il modo in cui si sparava, adoravo la storia con le sue decisioni morali e l'uso del cellulare. Impossibile non affezionarsi a Niko (anche quando era ubriaco).
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Passarono altri anni, finì le medie e iniziai il liceo scientifico biologico sanitario, il 2 novembre 2011 uscì il primo trailer di GTA V e tornai in botta d'attesa.
A gennaio 2012 uscirono poi le prime immagini e durante l'anno la Rockstar ci fece venire la bava alla bocca pubblicando immagini e trailer, fu un'attesa spasmodica che coronò nell'estate del 2013 quando, non sapendo più cosa fare per saziare la mia voglia di giocare a GTA V, decisi di ordinarmi dall'Australia una felpa con una ragazza in bikini facente parte del mondo del quinto capitolo, che uso ancora oggi.

Il quinto capitolo era previsto per il 17 settembre, ma nelle prime settimane del mese si vociferava la seria possibilità che il day-one venisse bucato. Nei giorni precedenti monitorai ogni tipo di piattaforma per avere aggiornamenti e riempii i banchi del mio liceo di adesivi raffiguranti la cover del gioco.
Arrivato lunedì 16 settembre 2013 passai la mattinata di lezione a sperare che nel pomeriggio ci fosse già la possibilità di andare a ritirarlo. In classe anche un mio compagno di nome Enrico stava attendendo con la stessa ansia (ma più scettico sull'anticipo del day one). Prima di uscire dal liceo gli dissi "appena arrivo a casa chiamo GameStop di Rivarolo e gli chiedo" (il negozio era cambiato ma a quanto pare Rivarolo era il mio punto fisso per i videogame).
E così, mentre nonna Tere finiva di cucinare il pranzo per me, mio fratello e mio cugino Giacomo, chiamai GameStop.
"Buongiorno, avevo prenotato GTA 5, volevo solo sapere se per caso era già possibile ritirarlo."
"Certo, è già qui, può venire a ritirarlo quando vuole."
Chiusi la chiamata e scrissi un SMS ad Enrico con il mio orrendo LG: "è già uscito, GTA V è disponibile da GameStop!"
La felicità che provai in quegli istanti mancava da tempo nella mia vita, era un brivido che ti appartiene solo quando sei bambino. Avevo le lacrime agli occhi. Alla fine si trattavano solo di poche ore di anticipo, eppure valevano come una vittoria, come un regalo divino.
Corsi a Rivarolo con la mia Seicento (avevo appena preso la patente da qualche mese), in auto con me c'erano anche Davide e Giacomo, e io indossavo la felpa che arrivava dall’Australia. Entrammo da GameStop fianco a fianco, ritirammo il gioco e con portata solenne tornammo alla macchina. L'estasi di quel momento e cementificata nella mia testa. Non era solo un prodotto di consumo quello che stavamo portando a casa: era un simbolo della nostra infanzia, era una chiave per sprigionare la nostra fantasia, la nostra violenza, la nostra voglia di libertà. Il viaggio di ritorno fu un fantasticare su tutto quello che quel gioco avrebbe potuto offrirci. Era come se fossimo tornati tutti ad avere 8 anni, senza nessuna preoccupazione.
Tornammo a casa e lo provammo subito, ho i ricordi offuscati su quella sera, forse perché troppo intensa o forse perché la mia mente non vuole ridurre alle parole che cosa significò giocarci assieme la prima volta.
In ogni caso, fu memorabile.
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Arriviamo ad oggi, GTA VI.
Ho trent'anni, nelle parole di prima avete viaggiato nel tempo con me, per venticinque anni. Avete letto alcuni dei ricordi a cui sono più legato.
Febbraio 2022, Rockstar conferma di star lavorando ad un nuovo capitolo di GTA.
5 dicembre 2023, sul web gira la voce che a breve dovrebbe essere pubblicato un trailer del nuovo GTA. Sono le 22, trovo un link per Twitter che riporta ad un video.
Lo guardo: Tom Petty con Love Is A Long Road esplode in tutta la sua bellezza con immagini di un videogame che sembra realtà. Mi convince, ma non fino in fondo.
Aspetto una mezz'ora.
Esce il trailer 1 di GTA VI su YouTube nel canale ufficiale della Rockstar.
Urlo, chiamo a raccolta papà e Davide, ci mettiamo di fronte alla tv 4K e alziamo il volume. Un minuto e mezzo di silenzio, condiviso con le persone con cui ho condiviso tutto fino ad oggi.
Il trailer finisce, "uscita fine 2025". Un sorriso sornione è sul volto di Davide e di papà.
Sarà un altro grande gioco, sarà un nuovo mondo da esplorare assieme, sarà una fucina di nuovi ricordi ma soprattutto sarà un cordone ombelicale che ci ricollegherà all'infanzia come una macchina del tempo. Una volta messo in play, qualsiasi GTA, è un balzo fuori dal mondo. Più dei libri, più dei film, più della musica.
6 maggio 2025.
Esce il trailer due, la data di uscita però si è spostata al 26 maggio 2026.
Non importa, perché ormai la chiave è di nuovo nella serratura ed ora di riprodurre l'hype dell'attesa.
I protagonisti di questo nuovo capitolo sono Jason e Lucia, una coppia volutamente ispirata a Bonnie e Clyde, due criminali realmente esistiti, attivi negli Stati Uniti durante la Grande Depressione, tra il 1932 e il 1934. Lei, Bonnie Parker, e lui, Clyde Barrow, diventarono famosi per una serie di rapine a banche, negozi e distributori di benzina, attraversando il Texas, l’Oklahoma e altri stati del sud. Nonostante i loro crimini, i giornali dell’epoca li trasformarono in figure quasi romantiche: giovani, ribelli, sempre in fuga. Ma la loro storia finì tragicamente: il 23 maggio 1934 furono uccisi in un’imboscata della polizia in Louisiana, crivellati da decine di colpi. Oggi sono ricordati come un simbolo della “coppia criminale per eccellenza”, e la loro leggenda ha ispirato film, canzoni, libri.
La data del loro funerale fu il 26 maggio del 1934, lo stesso 26 maggio di uscita di GTA VI.


Il trailer due mi ha portato una ventata di aria fresca alla passione per i videogame (che purtroppo da anni mi sta pian piano scendendo). Ora attendo con ansia un nuovo videogioco come non mi capitava da tempo.
Sto recuperando film e libri che parlano di Bonnie e Clyde perché è come illudermi di star già giocando al sesto capitolo. Alcuni dettagli del trailer 2 mi hanno riportato ad essere lo stesso bambino che ammirava con gli occhi lucidi le pagine di PSM vent'anni fa.
Manca quasi un anno alla sua uscita, eppure è come se spiritualmente fosse già qui, pronto per essere giocato assieme a papà e Davide.

Ho voluto portarvi in questo viaggio con me perché sono un egocentrico di merda ma anche perché sentivo il bisogno di condividere con il mondo il significato che la saga di Grand Theft Auto ha per me.
Ci sarebbero altri ricordi che potrei aggiungere ma ho preferito limitarmi a quelli che secondo me sono i più belli.
In questa faccenda io mi sento Clyde e i GTA sono Bonnie.
Non ci lasceremo mai, fino alla fine dei nostri giorni.

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