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Focalizzarsi sui doveri del presente



Questo autoritratto me lo sono fatto parecchie settimane fa di fianco a una chiesetta dispersa nella Val d’Aosta.

Un pomeriggio di fine inverno in cui avevo voglia di respirare un’aria diversa, volevo condurre i miei pensieri su terreni non ancora battuti. E allora quale modo migliore se non vistare nuovi ambienti?

Anche un piccolo e breve viaggio di un paio d’ore può rigenerarci in modi inaspettati.


Lo ritengo uno dei miei scatti preferiti in assoluto perché nella prima immagine tutto è ordinato e con i colori della realtà.

Ciò che è l’esterno della mia persona.


La seconda invece rappresenta un luogo nauseabondo in cui tutto sembra comunque al suo posto ma con una sensazione di pericolo imminente. Un avvilimento, una voglia di evadere da quei scialbi colori.


Sono la mia creatività. La mia sensibilità.

L’essere spesso insoddisfatti delle cose che si producono, nonostante vengano apprezzate dagli altri. Un’energia prepotente che non fa mai stare fermi i pensieri, sempre rivolti al poi e mai al momento presente.


Con tenacia sto imparando ad apprezzare molto di più il presente piuttosto che convincermi che il futuro sarà migliore, e stare dunque sempre alla ricerca del gradino successivo.


Guarda in basso, quello è lo scalino che devi calpestare prima di raggiungere quelli che stanno sopra.


Nella follia del nostro mondo tutto dev’essere al top fin dal principio.

Ma questo modo di vivere rischia di trasformare gli scalini in uno scivolo in grado di riportarci sempre al punto di partenza.


Ho capito che serve prendere un bel respiro.

Focalizzarsi sui doveri del presente.

E di conseguenza l’avvenire si materializzerà da sé.

Il futuro sarà poi visto con gli occhi del presente.


Sarà una piccola, ma fondamentale, differenza.

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